Isola del Tinetto, La Spezia, Golfo dei Poeti. Foto MArcello DiFrancesco

Storie Spezzine, Portovenere

Isola del Tinetto: quanta roba per uno scoglio!

8 Jul , 2016  

Un antichissimo convento, una lucertola che abita solo sulla sua superficie e una statua che salva i naviganti: il Tinetto e’ piccolo, ma infinitamente ricco

 

Estremita’ dell’arcipelago spezzino, il Tinetto e’ un piccolo isolotto separato dall’isola del Tino da non piu’ di centro metri di mare e dalla superficie tanto ridotta da poter esser definito scoglio. Eppure questo scoglio ha tali unicita’ – dal punto di vista naturalistico e storico – da poter essere considerato una tra le parti fondamentali del Golfo

 

La lucertola del Tino: soli 200 esemplari al mondo

Uno trai piu’ piccoli – ed esclusivi – abitanti del Tinetto si chiama Podarcis muralis Tinettoi (Lucertola muraiola del Tinetto): e’ una sottospecie della piu’ diffusa Lucertola muraiola che si e’ differenziata dalle altre probabilmente 9mila-8mila anni fa.

La popolazione mondiale di questa lucertola e’ stimata dagli studiosi in 200 esemplari, che vivono principalmente sul Tinetto e poi su Tino e Palmaria (addirittura le colonie che vivono sul lato della Palmaria verso Portovenere presenterebbero comportamenti differenti da quelle che vivono sul lato che affaccia verso il Tino).

 

Il monastero: la piccola chiesa che ha dato vita all’insediamento monastico 

Se il Tino e’ famoso anche per essere l’isola dell’eremitaggio di San Venerio, non si puo’ trascurare che e’ sul Tinetto che sorse nucleo dell’insediamento monastico che si sarebbe poi sviluppato piu’ compiutamente sull’isola sorella.

Tre immagini della superficie del Tinetto. Oltre alla limpidezza delle acque si possono apprezzare i resti dell'insediamento monastico. Foto Francesca Bertier

Tre immagini della superficie del Tinetto. Oltre alla limpidezza delle acque si possono apprezzare i resti dell’insediamento monastico. Foto Francesca Bertier

Nel VI secolo sul Tinetto venne realizzato un piccolo insediamento monastico. Sul versante meridionale dello scoglio, un po’ coperti dalla vegetazione, si possono vedere ancora oggi i resti di un piccolo oratorio di unico vano; sulla parte pianeggiante, invece, ecco i resti di una chiesa a due navate a cui erano collegati l’oratorio e le celle dei monaci. Quando i Saraceni distrussero la struttura, il monastero si trasferi’ sul Tino.

 

 

La Stella Maris: avviso ai naviganti per evitare il pericoloso Scogio do Diao

Davanti al Tino, una presenza discreta ed elegante si erge dalle acque: e’ la Stella Maris, una statua della vergine Maria che a mani giunte guarda verso il mare aperto.

e’ forse solo un segno dell’importanza spirituale delle isole dovuto alla presenza dei monasteri? Se questo e’ un aspetto che puo’ contare, va rilevato che la principale funzione della statua e’ quello di segnalare ai naviganti una pericolosa secca: O Scogio do Diao (lo scoglio del Diavolo). e’ su questa roccia che poggia la base delle statua.

 

La foto della Stella Maris in copertina e’ di Marcello DiFrancesco

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